Museo Diocesano
Milano
* Vale un passaggio
Il Museo Diocesano, realizzato e gestito dall’Arcidiocesi di
Milano, conserva, espone e valorizza il patrimonio artistico della diocesi, le
collezioni personali degli arcivescovi e alcuni lasciti, come la
collezione dei Fondi Oro. Il patrimonio del Museo si compone di circa seicento
opere, di cui quattrocento esposte. Si trovano dipinti su tela e su tavola,
sculture, ceramiche, arredo liturgico, soprattutto di soggetto religioso. Il museo, inaugurato nel 2001, si trova
all’interno di un antico convento a pianta quadrata con una corte centrale. La
ristrutturazione dell’edificio è degli anni Ottanta e Novanta del Novecento,
mentre l’allestimento è stato realizzato a partire dal 1996.
L’atmosfera è un po’ fredda e poco coinvolgente. Manca un’aura
di spiritualità che ci si potrebbe aspettare da un museo di questo tipo. L’allestimento interno è stato realizzato da architetti
diversi, con risultati estetici e funzionali dissimili: l’arch. Piva, che si è
interessato della parte prioritaria del museo e l’arch. Quadrio Curzio che si è
invece occupato della sezione dei Fondi Oro. La conformazione architettonica
dell’edificio rende l’esposizione museale particolarmente complessa, così come
poco chiaro il percorso espositivo. Ampio spazio è dedicato ai servizi
di accoglienza al pubblico: guardaroba, un grande spazio per il ritrovo dei gruppi,
una caffetteria (non molto grande ma probabilmente sufficiente), il bookshop.
IMPORTANTE: La volontà
dell’Arcidiocesi di recuperare, tutelare e valorizzare un patrimonio storico e
artistico che potrebbe andare disperso, sia nel senso di dispersione fisica che
oblio intellettuale.
STIMOLANTE: Troverete
moltissimi oggetti sacri che non avete mai visto. E quadri di soggetto
liturgico che ora non siamo più in grado di capire. Tuttavia l’arte sacra nel
passato aveva come scopo principale quello di trasferire un messaggio chiaro e
immediato al popolo analfabeta. Tutti erano in grado di riconoscere un martire,
capire chi era il Santo ritratto e riconoscere passi della Bibbia. Per
stimolare la vostra curiosità, vi basterà cercare un soggetto ripetuto, un San
Sebastiano, un San Girolamo, una Natività, una Deposizione. Capire che la
composizione si ripete, imparare a riconoscerla e avere la volontà di leggere
la storia che ha ispirato non solo quell’opera, ma migliaia di opere con lo
stesso soggetto o lo stesso tema. È molto più divertente di quanto possiate
immaginare.
DELUDENTE: Purtroppo
le descrizioni degli oggetti vi aiutano poco a capirli. Gli apparati esplicativi e
didascalici non hanno un sufficiente grado di sviluppo per spiegare il nucleo
delle opere presenti in una sala o le singole opere. Questo fatto è esasperato dalla
presenza di opere d'arte non – per la maggior parte – notissime sul piano storico
artistico e di oggetti strettamente liturgici rari o desueti, il cui semplice
modo d’uso e contesto di utilizzo è oscuro ai più. Occorrerebbe, per migliorare
la comprensione, contestualizzarli nell’epoca, nei costumi, nelle tradizioni e
nella tradizione iconografica: la maggior parte della collezione potrebbe
trovare un’interessante valorizzazione all’interno di uno o più di questi punti.
Di contro, però, la visita potrebbe diventare noiosissima e non sempre c'è bisogno di un fiume di spiegazione per capire Quindi "prendete" ciò che vi serve e cercate voi le risposte!
DA VEDERE PERCHE’: Che
siate credenti oppure no, è interessante vedere come l’arte abbia contribuito a
costruire una coscienza e una cultura cattolica. Come abbia sviluppato e
utilizzato un’iconografia riconoscibile, creando un alfabeto visivo popolare. E
poi andate con la curiosità di conoscere e riconoscere anche solo un tema o un
soggetto. Infine, visto che i pannelli di sala vi aiuteranno poco, vi consiglio di prendere l’audioguida.
È disponibile in due versioni, una delle quali con il commento base.
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