sabato 17 novembre 2012

TRIENNALE DESIGN MUSEUM - TDM 5 - MILANO **


Triennale Design Museum - TDM 5 (Quinta edizione)
Milano

** (Vale una deviazione)
Visita: novembre 2012
Il Triennale Design Museum è il Museo italiano del Design per eccellenza. L’allestimento del Museo, così come i suoi contenuti e le collezioni esposte, cambia ogni anno. Quest’anno il tema scelto è la grafica italiana, intesa come storia e rappresentazione della comunicazione visiva in svariati ambiti della società: dal libro stampato alle sue copertine, dai periodici ai manifesti pubblicitari, dalla politica alla corporate identity dei grandi gruppi industriali.
L’allestimento è piacevole, estremamente curato e ben fatto. Non troverete idee rivoluzionarie, ma un ambiente gradevole e con un percorso distinto e molto chiaro, questo sì. Nove colori diversi per nove diverse sezioni. La vista è il senso più gratificato e, colore a parte, il museo è “bello”. Non sembrerebbe dall’atmosfera calma e un po’ apatica, ma se superate la prima impressione scoprirete un museo vivo. Sono gli oggetti a guidarvi nel percorso e a stimolare la vostra fantasia. Se vi avvicinerete a loro, questi vi faranno respirare il piombo delle vecchie tipografie, vi stordiranno con il rumore delle macchine da stampa, vi faranno sentire l’odore dolce della benzina nelle molotov lanciate durante le rivolte studentesche, vi intossicheranno con il fumo dell’industria e prenderanno la vostra mano facendola scivolare sul sudore degli operai così come su quello dei grandi creativi del nostro tempo, in un’uguaglianza molto ben rappresentata durante il percorso. Il Museo vi sta dicendo che non sono solo “loro” ma siete anche “voi”. Un vero mix tra proletariato e élite che conta, dove non è solo l’élite che fa la storia.

IMPORTANTE: Dalle premesse è facile intuire che non ci sono “capolavori” a meno che non siate dei patiti di Armando Testa e la sindrome di Stendhal non vi colga di fronte alla pubblicità del Punt e Mes. “Importante” in questo caso è capire che il design è ovunque e avere la curiosità di riconoscerlo nella vita di tutti i giorni.
CURIOSO : Ma voi lo sapevate che il sottoutilizzatissimo carattere “Bodoni” (aprite Word per vederlo) è stato creato da un elegantissimo settecentesco personaggio omonimo del negletto carattere e dal nome Giambattista? Dopo averlo saputo, ho aperto Word per intuire quanti altri font prendano il nome dal loro inventore. Poi sono andata su dafont.com per indovinare quanti caratteri ritroveremo, un giorno, in un altro museo.
STIMOLANTE: Il design è parte della nostra vita molto ma molto di più di quello che credevamo. È esposto il pacco della pasta Barilla? Il logo della Metropolitana di Milano? Le riviste (e non solo Panorama)? La “Coppa del Nonno”? Ma, da queste premesse, cosa ancora potrebbe esserci? Dopo la visita, guarderete la vostra dispensa, i viali della città, l’edicolante e il freezer del supermercato in modo diverso…
DIVERTENTE: L’atmosfera non è particolarmente divertente. Nemmeno ingessata, direi piuttosto “neutra”. Non è divertente neanche l’uso della tecnologia che si limita a pochi schermi con qualche documentario Luce. Il Museo è estremamente colto, molto specialistico, poco ironico, le spiegazioni complicate. Ma gli oggetti sono divertenti. Non passateci più di un’ora e mezza, guardate quello che vi piace, pensate a voi stessi e vi divertirete.
DELUDENTE: La scelta di non esporre oggetti “nel” Museo del Design è impavida. Sinceramente, personalmente, non ne ho sentito la mancanza anche se posso capire che chi cerchi il design architetturale o visiti il museo per la prima volta possa rimanerne un po’ deluso. Per voi che andrete a vedere il Museo adesso, ricordatevi che non esiste solo l’Arco di Achille Castiglioni e che la storia del design è fatta di molte cose. E che a marzo 2013, quando questa sarà finita, potete tornare per vedere (forse) anche l’Arco!

 DA VEDERE PERCHE’
Sono felice di aver iniziato il mio blog con il Triennale Design Museum. Ho detto nella presentazione che non (necessariamente) si debba stare sei ore al Louvre e neppure si debba entrare al Prado e leggere tutte le didascalie dei suoi ottomilaseicento quadri esposti cercando di ricordarli tutti. Se volete visitare il TDM 5 e capire o sapere “tutto”, come minimo dovete avere non solo una laurea in storia dell’arte, ma anche in architettura, storia del costume, storia moderna, disegno industriale, un diploma di grafico pubblicitario e aver fatto il tipografo dagli anni ’40 agli anni ‘80. Non è possibile e non è questo il tipo di Museo. Andate per vedere un’idea, dare un’occhiata all’allestimento, ricordare un segno o un progetto e annusare le atmosfere del secondo Novecento, capendo che il design è molto più vicino a noi di quanto potessimo ritenere.

 INFINE, DA NON PERDERE: Il ponte di Michele De Lucchi che collega lo scalone con il piano espositivo.

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