lunedì 26 novembre 2012

VILLA NECCHI CAMPIGLIO - MILANO ***


Villa Necchi Campiglio
Milano
*** (Vale un viaggio)

Villa Necchi Campiglio è una casa museo di proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Costruita “senza limiti di spesa” dall’architetto Piero Portaluppi tra il 1932-35 per Angelo Campiglio, Gigina e Nedda Necchi, è uno splendido esempio di dimora privata in stile razionalista. La villa è stata donata al FAI nel 2001, alla morte di Gigina Necchi, perché fosse conservata nello splendore originale e aperta al pubblico godimento. Il restauro durerà sette anni e l’inaugurazione si terrà nel 2008. Villa Necchi Campiglio è inserita nel circuito delle Case Museo di Milano.
La villa si compone di tre livelli di 500 mq ciascuno più il sottotetto: al piano terra trovano posto i saloni di rappresentanza, le sale da pranzo, la biblioteca e la veranda con vista sullo splendido giardino; il primo piano è riservato alle stanze da letto dei proprietari, degli ospiti e della guardarobiera, unica dipendente che ha l’onere e l’onore di dormire allo stesso piano dei padroni di casa; al piano seminterrato si trovano le cucine, la sala da pranzo per il personale di servizio, oltre a una sala per le proiezioni cinematografiche e a una sala biliardo; infine, nel sottotetto erano state ricavate le camere per la servitù (che oggi hanno lasciato posto a sale per esposizioni temporanee).
Già nel 1938 i proprietari incaricano l’architetto Tomaso Buzzi di modificare l’arredo di alcuni ambienti, probabilmente considerati troppo spartani. Buzzi stravolge l’idea originaria di Portaluppi e introduce un arredamento in stile barocchetto, acquistando per conto dei Necchi Campiglio splendidi pezzi di antiquariato.

Nella villa trovano posto anche la collezione di (45) opere d’arte del Novecento italiano donate da Claudia Gian Ferrari e il salotto di Alighiero de’ Micheli, industriale tessile, che ha lasciato al FAI la sua collezione composta da oltre 130 pezzi originali del Settecento composta da mobili, arazzi, ceramiche e dipinti, tra cui un Canaletto e un piccolo Tiepolo.
Villa Necchi Campiglio è interessante, e per questo si merita il massimo punteggio, sotto quattro punti di vista: per l’architettura, per gli arredi, per la collezione di opere d’arte e per lo stile di vita e la storia sociale dei proprietari.
Ultima nota, prima di passare alle nostre categorie, sul Fondo Ambiente Italiano. Si tratta di una Fondazione privata senza scopo di lucro fondata negli anni ’70 da un gruppo di milanesi borghesi per la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente e della cultura italiana. Oggi gestisce moltissimi siti (musei, aree archeologiche o naturali) in tutta Italia. Un plauso al loro operato, in questa occasione particolare, per due motivi: innanzitutto riescono a gestire il loro ingente patrimonio grazie all’utilizzo di volontari, preparatissimi, che sorvegliano le sale e conducono le visite guidate (unica modalità per visitare la Villa); in secondo luogo, non meno importante, è che tengono fede alle promesse in sede di donazione. Molto spesso infatti, pur di ricevere una donazione, le istituzioni culturali promettono ai donanti di occuparsene con cura e criterio assicurandone la conservazione e fruibilità al pubblico. Altrettanto spesso, però, con il tempo -o anche subito, ho visto molti casi in questo senso!- non viene mantenuta nessuna di queste promesse. Come al solito nessuno si indigna e nel migliore dei casi gli eredi chiederanno la restituzione della donazione, qualora questa sia modale. Villa Necchi conserva le volontà di tre donanti e dà la medesima importanza a ciascuna, garantendo la migliore valorizzazione di ogni donazione. Davvero bravi!

IMPORTANTE: L’architettura. Entrare in una dimora di così alto valore per la modernità delle scelte architettoniche e la bellezza delle soluzioni adottate vale di per sé un viaggio. Visitate anche il caffè, ospitato nel giardino d’inverno, tra la piscina e il campo da tennis.
CURIOSO E DIVERTENTE: Lo stile di vita della Famiglia Necchi Campiglio. Ricchissimi industriali borghesi, hanno vissuto il Novecento in compagnia di notissime personalità della politica, della medicina, della cultura. Amanti del bello, se ne sono circondati in ogni momento della vita. E allora scoprirete una vita interessante, entrerete nelle stanze private di una famiglia influente ma discreta, potrete rimanere affascinati da uno stile che non esiste più, entrare nella dispensa per vedere le stoviglie, ammirare la collezione di cappelli, di borse e di abiti di Nedda Necchi, restare ammaliati dai corredi di biancheria e dai preziosi tessuti.

STIMOLANTE: Gli arredi. Ovunque guardiate, troverete un particolare, uno scorcio, un angolo degno di nota. Arazzi fiamminghi del Cinquecento, mobili Settecenteschi, intagli preziosi, ceramiche antiche, tessuti lucenti. Ogni oggetto vale la pena di essere indagato a lungo.

EMOZIONANTE: La collezione del Novecento italiano di Claudia Gian Ferrari. Alcune opere sono ordinarie, altre straordinarie. Per me ce n’è una su tutte: la bellissima scultura di Arturo Martini “L’Amante morta”, che vi accoglie all’ingresso della dimora: una donna inginocchiata, vestita con un abito prezioso, con la testa reclinata da un lato, lo sguardo triste, le mani riverse sul grembo, uno specchio abbandonato sulle ginocchia. Uno specchio che non le servirà più. È un’opera di poetica tristezza e di grandissima emozione.

DA VEDERE PERCHE’: Se siete architetti, arredatori, appassionati d’arte moderna, amanti del bello, curiosi, viveur, borghesi o proletari, dovete vedere questa incredibile casa museo.

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